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Apple presenta iPhone 16 come il suo primo dispositivo realmente nativo per l’intelligenza artificiale, grazie al nuovo framework Apple Intelligence integrato in iOS 18. Tutto promette maggiore utilità, personalizzazione e privacy. Ma la vera domanda è: quanto c’è di vera innovazione e quanto è solo abilità nel confezionare il prodotto?
L’iPhone 16 di Apple, lanciato il 20 settembre 2024, segna la transizione dell’azienda verso gli smartphone basati sull’intelligenza artificiale.. Anche se modelli precedenti, come iPhone 15 Pro e 15 Pro Max, erano già in grado di gestire carichi di lavoro basati su IA, l’iPhone 16 è il primo creato con l’obiettivo di funzionare con l’intelligenza artificiale di Apple, “Apple Intelligence”.
Ma si tratta davvero di un punto di svolta per l’iPhone? Oppure stiamo assistendo a un ciclo già noto di innovazione ben confezionata e marketing impeccabile? Ecco cosa sappiamo finora.
Presentata alla WWDC 2024, Apple Intelligence è una piattaforma IA di base integrata in iOS 18, iPadOS 18 e macOS Sequoia. Secondo Apple, “combina IA generativa con il contesto personale per offrire un’intelligenza utile e pertinente”.
Il CEO Tim Cook l’ha descritta come un passo avanti che unisce IA avanzata e funzioni sensibili al contesto, proteggendo al tempo stesso la privacy degli utenti.
Nei modelli precedenti, Apple aveva già introdotto alcune funzioni basate sull’IA, l’iPhone 16 è il primo a supportare Apple Intelligence in modo completo. Questo grazie soprattutto al chip A18, dotato di un Neural Engine a 16 core capace di 35 trilioni di operazioni al secondo. Attualmente è l’unico iPhone che soddisfa pienamente i requisiti di sistema di Apple per queste funzionalità.
Questo allineamento tra hardware e software consente ad Apple di controllare con precisione l’esperienza IA – un approccio che sembra destinato a diventare il segno distintivo dei futuri modelli di iPhone.
Apple non si limita ad aggiungere qualche funzione IA all’iPhone 16: vuole farvi ripensare al modo in cui interagite con il vostro dispositivo. Dalla scrittura di e-mail alla creazione di immagini personalizzate, Apple Intelligence introduce strumenti che rendono più efficienti le attività quotidiane.
Ecco alcune delle funzioni più rilevanti che fanno dell’iPhone 16 il primo vero smartphone nativo per l’IA di Apple:
L’ingresso di Apple nel mercato degli smartphone “AI-first” avviene dopo che concorrenti come Google e Samsung hanno già presentato modelli con funzionalità IA.
I Pixel di Google integrano l’assistente Gemini e offrono strumenti come “Help Me Write” e il riassunto delle chiamate in tempo reale. L’IA di Samsung Galaxy include Circle to Search e la traduzione multilingue istantanea.
L’approccio di Apple è più integrato, ma allo stesso tempo più prudente. Invece di presentare l’IA attraverso funzioni isolate, Apple Intelligence è progettata per operare in tutto il sistema. Mentre i concorrenti si affidano pesantemente al cloud, Apple punta sull’elaborazione in locale e sulla tutela della privacy.
Come ha dichiarato di recente Tim Cook in un raro incontro interno: “Siamo stati raramente i primi. C’era un PC prima del Mac; c’era uno smartphone prima dell’iPhone… siamo stati raramente i primi”.
Cook sottolinea però che, nonostante l’ingresso tardivo, l’IA è ora un terreno aperto e Apple è determinata a lanciare modelli che la integrino in modo diverso dalla concorrenza.
Resta da vedere quanto bene le nuove funzionalità funzioneranno nella pratica – la domanda è se vi servono davvero.
L’integrazione di Apple Intelligence è studiata con cura e, per chi utilizza molto la scrittura, la messaggistica e le app di produttività, i nuovi strumenti offrono un valore evidente.
Per altri, soprattutto per chi ha già un iPhone 15 o 14, la questione è di tempistica. Molte funzioni IA sono ancora agli inizi o vengono introdotte gradualmente. E sebbene il chip A18 permetta l’elaborazione in locale, non tutte le attività giustificano subito l’aggiornamento in termini di prestazioni o prezzo.
Chi proviene da un modello più vecchio (iPhone 12 o precedenti) troverà nell’iPhone 16 un pacchetto completo: maggiore durata della batteria, fotocamere migliorate e ora anche integrazione nativa dell’IA. Ma se l’unica motivazione è l’uso delle funzioni IA, potrebbe essere saggio attendere e vedere come evolverà Apple Intelligence nei prossimi aggiornamenti di iOS.
L’iPhone 16 segna un cambiamento nel modo in cui Apple vuole che gli utenti pensino all’iPhone. Non si tratta più solo di fotografia o design industriale. Con Apple Intelligence, l’azienda punta a trasformare l’iPhone in un assistente consapevole del contesto e semi-autonomo.
Dirigenti come Craig Federighi e Greg Joswiak hanno confermato che sono in arrivo ulteriori investimenti. Dietro le quinte, Apple sta acquisendo startup di IA e investendo in infrastrutture per competere con il vantaggio di Google, OpenAI e Microsoft in questo settore.
Attualmente, l’iPhone 16 rappresenta il primo passo completo di Apple verso gli smartphone nativi per l’IA. Il suo valore risiede tanto nel gettare le basi per le capacità future quanto in ciò che offre oggi. La vera prova sarà vedere se Apple Intelligence diventerà una parte indispensabile dell’esperienza utente.
Guardando al futuro, l’iPhone 17 probabilmente costruirà su queste basi, ampliando le funzioni IA, migliorando l’elaborazione locale e approfondendo l’integrazione nell’intero ecosistema Apple. Per chi sta valutando un upgrade ora, la decisione dipende dal desiderio di avere un accesso anticipato ad Apple Intelligence o dalla preferenza di attendere e vedere come si evolverà la tecnologia nella prossima generazione di hardware e software.